Incontro di studio di ebraico biblico a Lugo
Donne che odiano gli uomini? Ruoli femminili fuori dagli schemi nell’Antico Testamento
Se il titolo delle giornate di ebraico biblico del 2018 era stato Storie di sesso, di violenza e di potere nella Bibbia, quello del 2021 potrebbe essere lo stesso con la sola aggiunta di “parte seconda”. Nel 2018 abbiamo letto molte storie di donne prevaricate dagli uomini (fino a casi di quello che oggi chiameremmo femminicidio) nella società dell’antico Israele quale è rappresentata nella Bibbia ebraica: storie, avrebbe detto Stieg Larsson, di “uomini che odiano le donne”. Quest’anno leggeremo (negli originali ebraici, e in traduzione quando gli originali sono in greco) storie di donne che, per quanto immerse in una società ferocemente patriarcale, riescono a ritagliarsi ruoli autonomi e indipendenti, talvolta perfino di potere, malgrado gli uomini, o addirittura a loro danno. Storie di donne che manipolano astutamente a proprio vantaggio i ruoli subordinati in cui sono relegate dalle rigide norme del patriarcato, ricorrendo per esempio al classico stratagemma della seduzione (come Tamar col suocero, Rut col parente facoltoso, Giuditta con l’invasore, ma anche Ester con l’imperatore). E, a volte, donne che riescono addirittura ad arrivare a rivestire ruoli sociali di tradizionale appannaggio maschile (Miriam e Culda, profetesse; Debora, profetessa, giudice e leader religiosa); donne che, talvolta, odiano gli uomini al punto di ucciderli, anche se non per violenza di genere, ma sempre e solo a maggior gloria di Dio e d’Israele (come la “partigiana” Giaele e come Giuditta, anch’essa partigiana e modello di virtù ebraiche).